Le ICO di Bitcoin
Le ICO di Bitcoin meritano un approfondimento dettagliato, per quanto possibile, in considerazione della particolarità del fenomeno. Cerchiamo di capire quindi che cosa sono, come funzionano, quali sono i vantaggi e i rischi che comportano, e soprattutto come si può prendere parte ad una ICO.
Le Initial Coin Offering, acr. ICO, sono uno strumento di finanziamento diretto, ottenuto grazie alla partecipazione di più investitori interessati ad un progetto annunciato. Il capitale necessario allo sviluppo dell’idea viene raccolto attraverso la presentazione ufficiale del disegno economico, legato alla Blockchain.
A diffusione avvenuta del progetto, ogni utente interessato può diventare investitore. Per farlo dovrà acquistare il token correlato alla proposta. Il token correlato al progetto è una vera e propria criptovaluta nativa che non è ancora entrata a mercato.
Con l’acquisto di essa otterrà un duplice effetto:
– finanziare il progetto
– partecipare agli utili futuri.
Il token entrerà a far parte del mercato cripto solo se il progetto avrà successo. A quel punto la criptovaluta lanciata potrà aumentare il suo valore, fino a diventare stabilmente apprezzata. Se ciò non avverrà, è perché il progetto avrà fallito e le aspettative legate ad esso saranno disattese.
La terminologia delle ICO
E’ bene anche sapere che la parola ICO è tecnicamente un acronimo che sta per “Initial Coin Offering”, ovvero “Offerta iniziale di moneta”: una espressione usata in analogia con il lessico di Borsa, dove con “Initial Public Offering” (IPO) si intende un’offerta al pubblico di azioni di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato; ma con due differenze importanti:
1) a differenza delle IPO, le “Initial Coin Offerings” NON sono regolamentate;
2) chi investe in una ICO, non ottiene in cambio “azioni”, ma quelli che nel gergo delle criptovalute si chiamano dei tokens, ossia le singole unità della nuova criptomoneta che viene lanciata.
Questa recente tipologia di “operazione di mercato” viene considerata una invenzione di un tale J.R. Willet, che nel gennaio del 2013 pubblicò sul forum BitCoin Talk un White Paper in cui presentava una nuova idea: dei “protocolli che forniranno fondi iniziali,” scriveva, “per assumere gli sviluppatori per scrivere il software che implementa i nuovi livelli di protocollo, ricompensando economicamente i primi utilizzatori del nuovo protocolli”.
In parole più semplici, la “ricompensa economica” di cui si parlava è costituita dai gettoni, appunto i token, che possono poi essere convertiti in altre criptovalute o in prodotti e servizi offerti dalla stessa start-up.
Il fenomeno registrò casi di successo già dal 2013-2014 (Ethereum è il più noto), ma il momento della svolta è stato come accennato il 2017, anno durante il quale i capitali raccolti con questa nuova forma d’investimento hanno superato di ben 40 volte quelli del 2016, raggiungendo la cifra rilevante di 6 miliardi di dollari. Al momento sono oltre 1.400 le criptovalute lanciate e scambiate sul mercato.
Ma qual è la ragione alla base del successo delle ICO, e soprattutto, quali sono i vantaggi (e i rischi) che presentano?
Le caratteristiche principali di una ICO
Trasparenza. Il progetto della ICO dev’essere presentato nel modo più chiaro possibile, con tutti i dettagli del caso. Nelle opzioni più democratiche della presentazione del lavoro, si consente persino di commentare, sollevare dubbi o proporre modifiche.
Durata limitata. Una ICO non dura quasi mai oltre il mese, ma talvolta può superare questo limite temporale. In alcuni casi si preferisce scaglionare il progetto in tappe evolutive graduali, attraverso cui è possibile seguire la crescita del disegno economico proposto.
Ritorno economico. L’azienda che propone la ICO desidera raccogliere fondi in maniera semplice, senza sottostare a troppe regole o limitazioni. In cambio, concede a tutti i partecipanti il token di partecipazione. Questo strumento permetterà all’investitore di ottenere i vantaggi promessi dal progetto. Possono essere agevolazioni particolari o veri e propri margini di profitto. In altre parole, se la ICO va bene vincono tutti.
Start-up. Le aziende che si approcciano al mondo delle ICO in genere sono appena nate o addirittura nasciture. Questo purtroppo è il grande rischio correlato all’eventuale fallimento del progetto.
ICO come funzionano
Oltre che comprando e vendendo su un exchange criptovalute già esistenti, oppure “creandole” attraverso il processo di mining, esiste un altro modo per investire nel mondo dei nuovi strumenti finanziari digitali nati sull’onda del successo del Bitcoin: quello di partecipare alle cosiddette ICO, venute alla ribalta ultimamente per l’incredibile diffusione che hanno avuto nel corso del 2017.
Cerchiamo di capire quindi come funzionano, quali sono i vantaggi e i rischi che comportano, e soprattutto come si può prendere parte ad una ICO.
I vantaggi e i rischi delle ICO
Quanto ai vantaggi, essi riguardano tanto chi lancia la nuova ICO – uno strumento per così dire “democratico” che permette a chiunque di sviluppare un progetto senza ricorrere alle tradizionali forme di finanziamento bancario – quanto gli investitori capaci di identificare i progetti più promettenti, perché possedere il nuovo token prima che esso venga immesso sul mercato “secondario”, ovvero sui vari exchange in circolazione, può essere in certi casi premessa di significativi ritorni:
SUGGERIMENTO: è importante capire che più l’ICO otterrà successo tra gli investitori, più aumenterà il valore dei token acquistati, soprattutto se l’acquisto è stato effettuato nelle prime fasi dell’offerta.
D’altra parte però la promessa di profitti facili non deve fare dimenticare che si tratta di un mercato ad alto rischio. Per definizione, infatti, le ICO si riferiscono a progetti non ancora realizzati, e di cui nessuno garantisce il successo, con l’aggravante che a differenza di quanto accade sui mercati regolati, qui l’investitore non ha alcuna forma di protezione nel caso i cui i promotori dell’ICO si dovessero rivelare dei truffatori; o anche, più semplicemente, se nonostante le buone intenzioni non riuscissero a far avanzare il progetto con i finanziamenti ricevuti.
Per tornare al paragone con le Borse, chi investe in una ICO deve dunque tenere a mente la differenza con i titoli azionari sopra citata.
SUGGERIMENTO: non dimenticare che il collocamento di nuove azioni in borsa è soggetto a precise regole di supervisione regolamentare che tutelano gli investitori, mentre nel mercato delle criptovalute non esiste una regolamentazione che tuteli gli i partecipanti alla ICO, che possono quindi ritrovarsi con l’investimento azzerato e senza possibilità di rivalersi su alcuno.
I White Paper delle ICO
Al netto dei rischi, vediamo però allora come funzionano le ICO.
Il riferimento di massima è ancora una volta – anche se da prendere con le pinze – quello delle società che si quotano in Borsa. Al posto di un business plan, però, i promotori di una ICO presentano normalmente un White Paper, ovvero un documento con gli obiettivi della raccolta, i dettagli del progetto, e che per dare maggiori garanzie dovrebbe contenere anche informazioni sul team (chi sono, quali sono le loro competenze) e una roadmap, ossia una calendarizzazione degli obiettivi che si intendere raggiungere e una descrizione del modo in cui lo si farà.
SUGGERIMENTO: informazioni vaghe e una stesura piena di errori potranno essere indizio di una operazione poco seria, mentre nomi reali, informazioni personali e professionali, curriculum e obiettivi realistici potranno essere un primo indizio di un progetto fondato.
In esso viene inoltre specificato quanto durerà la fase ICO (di solito qualche settimana o mese) e viene stabilito il prezzo di partecipazione, ossia si stabilisce una equivalenza tra una quantità di criptovalute già esistenti da investire e una quantità di token che saranno offerti in cambio.
SUGGERIMENTO: alle ICO non si prende parte normalmente finanziando il nuovo progetto con monete tradizionali come euro o dollari, ma attraverso l’invio di altre criptovalute, principalmente Bitcoin o Ethereum: è bene quindi di volta in volta controllare le indicazioni fornite dagli amministratori dell’ICO sulle criptovalute accettate per partecipare.
Oltre che descrivere i suoi obiettivi, il team si sforzerà anche in ogni modo di convincere gli investitori a scegliere la loro ICO, e per farlo avvierà dei canali di comunicazione attraverso social network come Reddit e siti internet su cui veicolare informazioni sul progetto, ad esempio quanti saranno i token emessi e quanti gli sviluppatori ne terranno per sé.
Cosa fare per partecipare ad una ICO
Ma come avviene l’effettiva partecipazione dal punto di vista di chi investe?
Prima di tutto, bisognerà ovviamente sapere come trovare informazioni sulle offerte di nuovi token digitali che si preparano a sbarcare sul mercato, servendosi di uno dei numerosi siti e forum dedicati proprio a questo scopo. Uno di questi è ad esempio Coinschedule.com, ma ce ne sono molti altri come ICO Bench, Ico Examiner, ICO Stats, ICO Watch List, ICO Alert, sono piattaforme che consentono di visualizzare molte delle ICO già lanciate e quelle programmate per i prossimi mesi.
Quando si sarà trovata la ICO in programma, si dovrà stare attenti a raccogliere il maggior numero possibile di informazioni per capire se l’ICO in questione è affidabile o meno, e soprattutto se abbia un progetto valido che la sostiene.
SUGGERIMENTO: anche in questo caso la presenza di discussioni su social come Reddit può aiutare a distinguere potenziali truffe da progetti seri, fornendo magari indicazioni su chi sono i partner, fondatori e amministratori dell’ICO e sulla presenza eventuale di sponsor finanziari.
A questo punto, resterà soltanto seguire i passaggi indicati dagli amministratori dell’ICO, tenendosi al passo con le varie comunicazioni che essi forniranno per dare aggiornamenti o per rispondere ai dubbi degli utenti.
Quando consentito, si passerà infine allo scambio effettivo tra le valute richieste (come detto, di solito bitcoin o ethereum da inviare all’indirizzo segnalato dagli amministratori dell’ICO) e i token appena nati.
A questo proposito, è bene ricordare che chi intende partecipare a una ICO dovrà quindi preliminarmente essersi già munito di un wallet digitale e aver già acquistato secondo l’esigenza dei bitcoin o degli ether (Vedi procedura) con qualche giorno di anticipo rispetto alla vendita di token a cui si intende prendere parte.
Va ricordato inoltre che nella fase di Presale (prevendita) possono essere promosse dal team eventuali “agevolazioni”, che danno il diritto di ottenere dei token gratuiti in cambio di talune attività.
Terminata la fase di ICO, se quest’ultima ha raccolto fondi a sufficienza, la start-up avvia il suo progetto e la nuova moneta comincia ad essere scambiata sul mercato.
In conclusione, ricordiamo che le ICO rappresentano una forma d’investimento vera e propria, all’interno però di un mercato poco, o affatto, regolamentato e che dunque potrebbe mettere seriamente a rischio tutto il capitale investito. Precisiamo, quindi, che la presente descrizione è da considerare come strumento di pura informazione, e che qualsiasi decisione di investimento che ne dovesse conseguire è di esclusiva responsabilità dell’investitore.